venerdì 25 novembre 2016

Gilead

Titolo: Gilead
Autrice: Marilynne Robinson
Editore: Einaudi
Anno: 2008 (edizione originale 2004)
Traduzione: Eva Kampmann
Curiosità: fa parte di una trilogia, oltre a questo, che è il primo, ci sono anche Casa e Lila
Stelle: 5 su 5
Pagine: 257
In due parole: un reverendo anziano e malato scrive al figlio di 7 anni una lettera-diario per quando sarà grande

Ci sono libri immensi nella loro semplicità: raccontano una piccola storia, hanno una trama semplice, eppure racchiudono in sè tutto lo splendore della narrazione, del piacere di ascoltare e di raccontare... Gilead è uno di questi.
John Ames vive a Gilead, una sperduta cittadina dell'Iowa, avamposto degli abolizionisti durante la guerra di secessione e ora insignificante paesino di provincia. Siamo nel 1956, Ames è anziano, ha 76 anni e un cuore malandato, una moglie più giovane e un figlio di 7 anni. Consapevole che non lo vedrà mai crescere inzia a scrivere una lettera/diario per quando sarà grande. Parla di sè, del suo lavoro, della sua passata solitudine... è nipote di un reverendo convinto abolizionista che non esitò a impugnare e ad usare una pistola, è figlio di un reverendo convinto pacifista che non perdonò mai suo padre per quell'atto, è un reverendo egli stesso e nella lettera racconta al figlio del suo passato, gli spiega alcuni aspetti del suo lavoro e, tra le altre cose, gli racconta del figlio sperduto del suo migliore amico (anche lui reverendo). Gli racconterà dei dubbi della fede e dell'amore, della meraviglia e del meraviglioso che ogni vita dovrebbe suscitare in noi, dei doni della grazia e della gratitudine. La fede di John Ames è una fede pura, ma non è mai ingenua, nonostante sia così anziano e in procinto di perdere tanto è pieno di speranza. E' un libro commovente, leggetelo.